Nutrizione e Fertilità
Sia la malnutrizione per difetto che la malnutrizione per eccesso possono causare una riduzione della fertilità. L’alimentazione è uno dei principali aspetti da valutare quando si è in cerca di una gravidanza. In questo articolo parlerò di tutte le conseguenze negative di una malnutrizione (per eccesso e per difetto) sulla fertilità delle femmine e dei maschi.
Malnutrizione per difetto
Sono molte le conseguenze negative di una malnutrizione per difetto. I principali segni fisici sono rappresentati da un arresto dello sviluppo dei caratteri sessuali secondari, oltre che debolezza dei muscoli prossimali, unghie fragili, pelle secca ed ipotermia.
Le complicanze più gravi, che si riflettono direttamente sulla fertilità, sono quelle endocrine e metaboliche. In caso di basso peso, si assiste ad una riduzione dei livelli di estradiolo (nelle femmine) e di testosterone (nei maschi); valori ai limiti inferiori della norma o bassi di T3, e a volte di T4, con TSH normale, basso o lievemente aumentato; aumento della concentrazione dell’ormone della crescita con bassi livelli di IGF-1; amenorrea.
Tutto questo si riflette in complicanze riproduttive: infertilità, aumento di peso insufficiente durante la gravidanza e basso peso del neonato.
La quantità di massa grassa è direttamente correlata alla produzione di ormoni sessuali e alla fertilità. Per questo motivo è molto importante la valutazione della composizione corporea, effettuata da parte di un Professionista della Nutrizione.
Malnutrizione per eccesso
Negli ultimi anni l’obesità in Italia sta aumentando esponenzialmente e con essa anche la riduzione della fertilità. Esiste, infatti, una correlazione molto stretta tra obesità ed infertilità.
Nelle donne, diversi studi hanno messo in relazione un indice di massa corporea troppo elevato con una riduzione dell’ovulazione,
un aumento della probabilità di aborti spontanei o dello sviluppo di sindrome da ovaio policistico, e una peggiore qualità degli ovociti.
Gli uomini in eccesso di peso presentano invece livelli anormali degli ormoni legati alla riproduzione, lamentano più spesso disfunzioni erettili, alte temperature scrotali che possono danneggiare la qualità del seme, e soffrono di disturbi come le apnee notturne che possono ripercuotersi sul meccanismo di produzione di testosterone.
Già più di un ventennio fa alcuni ricercatori inglesi (Willis, Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism 1996) avevano dimostrato che nelle donne l’insulina stimola la produzione di ormoni maschili (androgeni), i quali nell’organismo femminile bloccano l’ovulazione, provocando un arresto nello sviluppo dei follicoli. Risultato confermato da una ricerca dell’Università di Groeningen, (Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism 2015). In quest’ultimo studio si è evidenziata anche la relazione tra anovulazione e la cosiddetta obesità
centrale, ovvero quella che prevede un accumulo di grasso nella metà inferiore del torace. L’insulino-resistenza causa quindi una “mascolinizzazione della donna“.
Il grasso in eccesso negli uomini è associato a basse percentuali di testosterone libero nel sangue e in molti obesi di sesso maschile è stata riscontrata un’alta concentrazione di estrogeni. Caratteristiche provocate da un’iperattività dell’enzima aromatasi, presente in alte
percentuali nel tessuto adiposo bianco. L’enzima converte gli androgeni in estradiolo, il principale regolatore endocrino prodotto
dalle ovaie. In un organismo maschile, il mancato controllo del livello di ormoni sessuali femminili può ridurre alcuni importanti funzioni riproduttive, come l’efficienza testicolare e la genesi degli spermatozoi (spermatogenesi). Si assiste, in questo caso, ad una “femminilizzazione dell’uomo“.
Ognuna di queste situazioni di malnutrizione per difetto e per eccesso, anche dovute a un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione, sono correlate alla salute riproduttiva. Per questo motivo al fianco del medico dovrebbe esserci sempre un biologo.
Dott.ssa Gemma Moscioni- Biologa Nutrizionista Viterbo